Presentato il progetto "LoRaWan" del RICT per la smart city
Il territorio di Rottofreno diventa “smart” per controllare le piene del fiume Trebbia. Sensori posizionati nella zona del ponte Paladini avviseranno il Comune in caso di improvvisi innalzamenti dell’acqua
Rottofreno diventa smart city (città intelligente). È stato presentato ieri nella sede di Confindustria a Piacenza il progetto pilota che vedrà in prima linea proprio Rottofreno e il fiume Trebbia che scorre tra San Nicolò e la città.
Sensori intelligenti monitoreranno il livello dell’acqua per avvisare l’Amministrazione in caso di piene improvvise. Ma non solo. Sensori saranno applicati in un lampione di un parco e nelle scuole. Il ventaglio di opportunità è vastissimo: si possono controllare in tempo reale e a distanza dati come temperatura, umidità, sicurezza urbana e irradiazione solare.
La sperimentazione è partita grazie alla collaborazione fra pubblico e privato che ha visto l’impegno di Confindustria e il cluster innovativo Rict. Otto le aziende piacentine che hanno unito le proprie competenze in nome del Rict, cioè ricerca, innovazione, comunicazione e tecnologia. Sono: Adyda, Bt Enìa comunicazioni, CShark, Naquadria, Selta, Studi magnetici, Team memores computer e Techmakers.
Il presidente di Confindustria Piacenza, Francesco Rolleri, ha presentato gli ospiti sottolineando come il tema “smart city” sia nelle linee di mandato che coinvolgono i vicepresidenti Valter Alberici, Claudio Bassanetti, Antonio Cogni, Erika Colla e Nicola Parenti. Tanto che sarà l’argomento della 76esima assemblea pubblica dell’associazione.
Il sindaco di Rottofreno, Raffaele Veneziani, ha accolto con estremo favore l’idea di agganciarsi al cambiamento prima che diventi di dominio pubblico: «Troppo spesso le Amministrazioni prendono atto di avvenimenti già successi». Con il monitoraggio costante, il territorio diventa più sicuro. «Mi fa piacere che si parta da noi – ha aggiunto Veneziani – è un colpo di coda della nostra Amministrazione in scadenza». E ha lodato le ditte che hanno reso possibile questo progetto superando le logiche della concorrenza per collaborare fianco a fianco.
Il presidente del Rict, Stefano Guglielmetti, ha spiegato che la gestazione del progetto è ante Covid. La pandemia lo ha rallentato ma non fermato. «Abbiamo creato – ha detto – una struttura alla quale si potessero applicare sensori. Un esempio pratico è il monitoraggio del livello idrometrico che funziona sotto il ponte Paladini. L’apparecchiatura è già predisposta per raccogliere dati anche sulle vibrazioni».
Nel dettaglio è entrato il coordinatore del progetto Lorenzo Chiapponi. «Abbiamo sviluppato attorno alla tecnologia wireless la rete LoRaWan». L’antenna copre un raggio di circa 15 chilometri e perciò i sensori di ricezione possono essere applicati perfino nella metà ovest di Piacenza. Si possono utilizzare 64mila sensori per cella, durevoli nel tempo e di basso costo. Le potenzialità sono dunque enormi. «In futuro si potranno monitorare i dati – ha proseguito Chiapponi – anche di gestione rifiuti e parcheggi ». Per ora la sperimentazione vede un’antenna vicino alla rotonda della strada provinciale 7 e due sensori che ogni 20 minuti misurano la distanza tra il ponte e l’acqua sottostante. Adesso l’acqua del Trebbia è intorno ai 30 centimetri. Se dovesse raggiungere il metro, aumenterebbe la frequenza della lettura. In caso di ulteriore innalzamento, partirebbe un allarme via sms o mail all’Amministrazione di Rottofreno e si accenderebbero le paline luminose lungo le sponde per avvisare del pericolo eventuali frequentatori. Angela Zeppi
IL SINDACO DI ROTTOFRENO - «Un monitoraggio indispensabile per evitare ritardi negli allarmi»
L’idea di cercare una tecnologia per monitorare i fiumi partì da Ferriere cinque anni fa. «Dopo le alluvioni di Trebbia e Nure – ha ricordato il sindaco di Rottofreno Raffaele Veneziani – la Pro loco di Ferriere mi chiese se non ci fosse un modo per prevenire le inondazioni». L’argomento appassionò Veneziani: «Negli anni Cinquanta l’Italia era all’avanguardia in tema di monitoraggio delle piene». Poi, subentrò un rilassamento. Così l’esondazione del Po nel 1994 colse tutti impreparati. «Mentre conosciamo la portata del Po – ha proseguito il sindaco di Rottofreno - e siamo allertati quando la piena arriva al ponte della Becca, i nostri torrenti sono imprevedibili e la rete di comunicazioni è imperfetta. Una piena che si forma in Aveto a Salsominore, impiega sette ore a raggiungere San Nicolò. E spesso sono ore notturne. Una piena del Nure che si forma a Selva impiega quattro ore ad arrivare a Fossadello. Nel 2015 tanti sindaci si sono trovati con il paese già allagato mentre stava scattando l’allarme». Per anticipare questi tempi, Veneziani si batte da anni. Il progetto pilota piacentino è stato studiato e realizzato dal Rict, ma secondo Veneziani occorre replicarlo coinvolgendo enti pubblici come la Regione e Aipo. «Per me è un sogno che si realizza» ha concluso. A.Z.
articoli da Libertà del 24 luglio 2021